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Piccoli Comuni del Welcome
Nei 73 piccoli comuni del welcome italiani, l’accoglienza diffusa ha dato vita a una rigenerazione che va oltre il semplice supporto ai migranti, portando benefici a tutto il territorio. Grazie alla rete dei Piccoli Comuni del Welcome, queste comunità hanno trasformato sfide demografiche e sociali in opportunità, rilanciando territori e comunità. Grazie anche a progetti nazionali come il «Sistema di Accoglienza e Integrazione-Sai» di Anci e Viminale, hanno riqualificato edifici abbandonati, mantenuto aperte scuole e creato cooperative di comunità che uniscono residenti e persone migranti. Attività come agricoltura inclusiva, turismo sostenibile e artigianato locale hanno rilanciato l’economia, coinvolgendo persone migranti in percorsi stabili di inclusione e contribuendo alla coesione sociale. Per esempio, a Campolattaro una cooperativa ha valorizzato immobili inutilizzati, avviando un albergo diffuso gestito da lavoratori e lavoratrici con disabilità e un turismo lento e inclusivo. Analogamente, sono state avviate imprese agricole e di trasformazione alimentare. Ǫuesta rete ha generato valore economico e sociale, offrendo un modello di economia civile replicabile per contrastare lo spopolamento e rafforzare il tessuto comunitario. La vera rivoluzione, però, è quella che vede persone e territori rigenerarsi insieme: ogni casa abitata, ogni scuola riaperta, ogni impresa avviata raccontano una storia di rinascita reciproca, dove il futuro si costruisce nella coesione e nella cura condivisa.
«Ǫuando un migrante cambia modo di fare ristorazione, quando un ex detenuto cambia modo di fare socialità, cambia la città. La terra è questo, questo nuovo sapore che parte da un welfare che non assiste le persone, ma le libera.»
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La spinta al fare, all’essere soggetto del cambiamento diventa un mantra per chi sa che deve mettersi in gioco in prima persona per fare la differenza.